«Speriamo di essere bagnati dal sole.» Era l’augurio che, rifacendosi al titolo del suo successo sanremese, la trentaduenne cantautrice romana Veronica Scopelliti, in arte Noemi, si era fatta qualche giorno prima del concerto che avrebbe tenuto ai 2000 metri del Plan Détruit di Doues. Peccato che, alla prova dei fatti, di sole, il 19 luglio, se ne sia visto pochino, mentre una pioggia insistente, caduta a tratti, ha disturbato non poco un’esibizione, inserita nel cartellone di Musicastelle, per la quale erano salite in quota non meno di 3000 persone.
«E’ la prima volta che canto in una situazione così bucolica.- aveva confidato Noemi– Avendo fatto un disco elettronico, è una bella sfida farlo suonare bene in acustico, ma basta che mi fate suonare che io sto bene.»
Sfida vinta grazie ad una scaletta ormai collaudata da centinaia di live e all’ensemble “stringato ma efficace” che l’accompagnava composto da Bernardo Baglioni (chitarre), Marcello Surace (batteria), Gabriele Greco (basso) e dalle coriste Sara Jane Olog e Marta Capponi.
Oltre a cantare, la “Leonessa” ha suonato il pianoforte, come ormai fa in concerto da tre anni. Uno dei segni della trasformazione da interprete pura a musicista a tutto tondo che nell’ultimo cd, “Made in London”, l’ha portata a partecipare alla composizione di otto brani su undici «Sono entrata anche negli arrangiamenti, non limitandomi a fare la semplice voce principale ma usandola, nei cori, come un qualsiasi strumento musicale.»
Il cd è stata la risposta all’esigenza di fare un disco che suonasse internazionale senza perdere la propria identità di cantante italiana. Ecco, quindi, il suo trasferimento per quasi un anno a Londra (da cui il titolo) per collaborare con musicisti che fanno tendenza (da Paul Statham a Steve Brown). Ne è venuto fuori un disco dalle atmosfere molto varie, unificate dalla particolare voce black di Noemi che è stata oggetto di studio da parte di alcuni studiosi inglesi che hanno scoperto che il timbro ed il suo uso delle appoggiature indurrebbero il rilascio di dopamina nel sistema di ricompensa del cervello. Lo stesso effetto anti-depressivo della Nutella. «A me fa stare bene,- ha commentato Noemi- per il resto lasciamo ai posteri l’ardua sentenza.»
Il filo conduttore del cd è il viaggio, sintetizzato graficamente dal francobollo in copertina sul quale la cantante appare come la Regina Elisabetta. Viaggio anche tra i generi musicali. «Ho il difetto che mi piacciono un sacco di generi.-ha ammesso-Sono andata a Londra anche perché ormai in Italia c’è un ambientaccio che omologa tutto. Un’uniformità di suoni che si esprime al massimo in televisione, specie nei talent show. La vittoria di Suor Cristina all’ultima edizione di The Voice of Italy, di cui ero uno dei giudici, è un esempio di come la televisione prenda il sopravvento sulla musica, dettandole, addirittura, come deve essere.»
La copertina del cd ha fatto sì che Noemi sia stata scelta per fare la Regina di Roma (il Re è Totti) in una campagna contro il cyberbullismo patrocinata dalla Camera dei Deputati.
«Internet è un ambiente abbastanza duro, a cui ragazzi più giovani sono più esposti. A noi cantanti serve per avere un feedback veloce coi fans, che nel mio caso si appoggiano alla pagina Arca di Noemi. Bisogna, comunque, tenere presente che è una cosa virtuale, per cui avere tanta gente che mi segue sui social network mi fa sentire come quando si ha un sacco di soldi a Monopoli. Il vero banco di prova di quanto la gente ci tenga a te è se si sbatte per venire ai live.»