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C'era una volta Musica valdostana

C’ERA UNA VOLTA (24) – EDOARDO MANCINI: un valdostano un po’ così

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1 Mancini Edoardo70La vita sa confondere le sue tracce. Come sosteneva, infatti, Hesse, è il desiderio d’oblio il più acceso e cieco desiderio umano. Col silenzio, con il “sonno della memoria”, con la dissacrazione ogni generazione tende a cancellare proprio ciò che pareva massimamente importante a chi l’ha preceduta. Può, però, capitare che ciò che sembrava, ormai, quasi dimenticato, riaffiori dal passato con la forza prepotente di un’emozione.

E’ quello che ho cercato di fare per otto anni con la sezione “Radici”, inventata nell’ambito della rassegna “Aosta Classica”. A cominciare da quel 9 luglio 2001 in cui, al CCS Cogne di Aosta, ricordai il geniale polistrumentista e compositore aostano Edoardo Mancini (26 ottobre 1934 – 10 giugno 1997).

1 Mancini Edoardo1955 copyC’era molta gente, quella sera, al Salone di Corso Battaglione. C’era anche Edoardo Mancini. Non certo lui, scomparso nel 1997, ma il nipotino, un bimbetto di 6 anni che del nonno musicista aveva solo sentito parlare.

Chi l’avrebbe detto, avrà pensato, che quel nonno, che nelle foto di casa lo guardava severo, avesse scritto melodie dolci come “Fatina” o “Al cuor non si comanda”? O che avesse dato dignità musicale all’ironico e sgangherato cabaret musicale dell’estroso Enrico Thiebat.

1 Barbera-Faccini-Tatina phonto 1Con quale gioiosa fantasia avesse giocato con la vita lo confermarono i racconti fatti, sul palco, dagli amici musicisti con cui, per anni, aveva animato le sale da ballo aostane o sperimentato pionieristicamente l’improvvisazione jazz.

 Da quel Tonino Sofi, che nella serata cantò con voce potente e piena di sentimento, a strumentisti come Alberto Faccini, Mario Rizzotto, Beppe Barbera e quel Luciano “Tatina” Bodria che, mentre suonava, faceva tutte quelle smorfie.

1 Zanardo-Menegotto phonto

Curiosi, poi, i bizzarri frutti dell’estro senile del nonno, con pezzi sperimentali come “Nouex”, “Frammenti” e “Tet de Loos”, interpretati da alcuni giovani interpreti classici (le pianiste Viviana Zanardo e Roberta Menegotto ed il trombonista Corrado Colliard) con cui, nonostante il gap generazionale, Mancini aveva stabilito un rapporto di stima ed amicizia.

1 Barbera-Sofi-Faccini-Rizzotto phonto 3Musica ostica, in fondo, solo per chi non le si accosta con la mente e le orecchie sgombre da pregiudizi. Come le hanno i bambini. O come le aveva Mancini senior, che all’eterno “addossarsi al muro della vita” dei suoi contemporanei ad un certo punto aveva preferito la fuga nel mondo dell’immaginazione. Lì sì che le regole poteva finalmente deciderle lui!

Chissà cosa avrebbe detto del ritrovarsi nel 2001 “oggetto di nostalgia”, con una serata interamente a lui dedicata? “Mio caro”, avrebbe abbozzato. E, poi, chissà quale battuta al vetriolo.

Rammaricandosi, forse, che per riuscire a riempire una sala con le sue musiche si fosse dovuto aspettare la sua morte. E la follia di un estimatore, e perchè no? amico, come me.

1 Tacconi-Mancini-Zimara-Sofi-Parigi

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