Tutte le strade portano a Roma. Anche quelle del successo. Lo sanno bene quelli de L’Orage per i quali la capitale ha segnato le tappe della loro ascesa alla ribalta nazionale. Prima il concerto al Parco della Musica, poi, lo scorso anno, la partecipazione al Concertone del 1° maggio e adesso la registrazione del nuovo disco.
Conoscendo l’effervescenza della band valdostana era, infatti, prevedibile che sotto la stato di calma apparente seguito al tour estivo si celassero grandi novità. Finchè, il 21 febbraio, sulla loro pagina Facebook hanno fatto il seguente annuncio: “domani noialtri ce ne andiamo a Roma a registrare il nuovo disco. Andiamo in un super studio, il Terminal 2, dove hanno registrato De Gregori, Carmen Consoli, Bandabardò e il trio Fabi-Silvestri-Gazzé. A seguirci Gianluca Vaccaro, il fonico che ha firmato quasi tutti questi lavori. Alla produzione niente meno che Erriquez della Bandabardò.”
Tra la quarantina di concerti di quest’estate, infatti, L’Orage ne aveva fatti un paio con il gruppo di folk-rock fiorentino guidato dal cantante Enrico “Erriquez” Greppi. Ne è nata un’amicizia e stima reciproca, che, all’ascolto dei primi demo del nuovo disco, hanno convinto Erriquez a produrlo. «Volevamo lavorare con un produttore che ci aiutasse con un parere artistico esterno – spiega il leader Alberto Visconti- e questa ci è sembrata la soluzione migliore.»
Nel disco ci saranno alcune canzoni lanciate da Visconti da solo in eventi organizzati ad Aosta (“Monsieur Thiebat” e “Com’è come non è”) o dall’intero gruppo, con Naif Herin, al “Piolets d’Or” dello scorso a Courmayeur (“Skyline”). Per il resto le canzoni sono nuove di zecca come “La gelosa” («un pezzo che parla della stronzaggine degli uomini») e “Terra desolata”, ispirata nel titolo ad un poemetto di Eliot, in cui trattano per la prima volta di attualità («è un ritratto emotivo dei nostri tempi. Descrive l’aria che si respira per strada, questa sorta di famelicità e terrore appoggiato sulle vetrine di lusso»). Musicalmente il cd ha dei chiaroscuro più forti ed emozionanti dei precedenti dovuti al cambio di formazione e ad un nuovo modo di comporre. «In passato– conclude Visconti- portavo le canzoni già finite e i fratelli Boniface lavoravano sull’arrangiamento e scrivevano i temi strumentali, che spesso per noi equivalgono a dei ritornelli. Questa volta, invece, ci siamo ritrovati per la prima volta a lavorare tutti insieme alla loro stesura, e gli effetti si vedono.»