Fu giusto nel febbraio di dieci anni fa che i Marlene Kuntz (per lo scrittore Enrico Brizzi “non un gruppo di rock italiano, ma l’unico gruppo italiano di rock”) lanciarono il singolo “Bellezza”, in cui il leader Cristiano Godano cantava: “noi cerchiamo la bellezza ovunque”.
Seguendo le sue tracce il 19 febbraio Godano è arrivato ad Aosta, dove, sul palco del Teatro Splendor, è stato protagonista di “La ricerca della bellezza”, un concerto-colloquio con il musicista, scrittore e pittore lombardo GianCarlo Onorato ed il giornalista Luca Barachetti dell’agenzia di comunicazione “Macramè”.
«Il ritornello della mia canzone è uno slogan.- ha spiegato- Più interessante è il concetto sviluppato nelle strofe dove ho tentato di evidenziare che la bellezza non è solo purezza ed amabilità, ma la si può trovare anche nell’abietto. Perché, essendo soggettiva, la si puó cercare ovunque, a seconda dell’attitudine che uno ha di convogliare la propria esistenza verso di essa. La mia esperienza è che tutto quello di artistico con cui sono venuto in contatto prima o poi mi ha acceso. Come il “ricordo impossibile” di una poesia di Borges da cui è nata la canzone “Laura” che ”sogna di ricordi che per lei sono impossibili” e scrive ”con la precisione del poeta che non sbaglia mai”, cose che nessuno leggerà.»
Quello della “precisione poetica” è un pallino di Godano. Lo aveva sottolineato anche qualche anno fa, al Festival della Letteratura di Mantova dove aveva presentato il suo primo libro di racconti “I vivi” («credo di avere fatto un’opera prima non disdicevole, cercando di allontanarmi dal mio Io lirico.») «Quando scrivo canzoni-aveva spiegato- utilizzo una scrittura poetica che usa le tecniche della poesia, a cominciare dalla scelta, quasi maniacale, delle parole migliori . Uno degli aspetti peculiari della poesia è, infatti, la precisione, perché deve riuscire a suggerire e regalare suggestioni e non si può dilungare a descrivere per filo e per segno come nei saggi. Questo conferma come nell’Arte non ci sia spontaneità, quanto, piuttosto, artificio. Per cui quando qualcuno mi chiede come faccia a scrivere in maniera spontanea cose così complicate, rispondo che i miei testi non sono assolutamente spontanei.»
Per dimostrarlo ad Aosta ha cantato, accompagnandosi alla chitarra, quattro canzoni del repertorio dei Marlene Kuntz dai testi “spontaneamente artificiosi”: “Musa”, “Ti giro intorno” (“bastano i prodigi che tu sei, contano i sapori che mi dai. Io ti giro intorno e ingoio fremiti. Io ti giro intorno senza limiti”), “Osja, amore mio”(in cui i versi del marito imparati a memoria da Nadia sono un modo per far sopravvivere la poesia alle purghe staliniane) e “Danza”.
Quest’ultima parla di quella sensualità (“molle ti sogno fra le note spargendovi sensualità”) che, ad Aosta, Godano ha messo tra le caratteristiche che contraddistinguono le esibizioni rock rispetto a quelle di altri tipi di musica. «Robert Plant era sensuale ma in maniera un pó truzza», ha aggiunto dando la stura, stimolato da Barachetti, alle sue “antipatie” musicali. «Non ero un fans dei Led Zeppelin, e penso siano sopravvalutati Phil Collins, Peter Gabriel ed Eric Clapton. Soprattutto il primo.» Le sue preferenze le aveva spiegate al Festival della Letteratura di Mantova: «Mi piacciono artisti come Sonic Youth, Neil Young, Nick Cave e Paolo Conte perché vanno per i cavoli loro. Per dirla con Cave, sono tutti interessati ad esprimere il loro punto di vista idiosincratico sulle cose, e, così facendo, scavano nel terreno un solco profondo diverso dall’ “up and down” delle tendenze.»