Per circa mezzo secolo, dal 1867 alla Prima Guerra Mondiale, i Kedivè furono i viceré che esercitarono il potere in Egitto per conto dei sultani ottomani. Dal 2012 è anche il nome della band che accompagna il cantautore valdostano Davide Tosello. «Mi piaceva il suono ed era ironico nei confronti del “sultano” Davide.- spiega il chitarrista Luca Consonni, che l’ha ideato- L’abbiamo adottato durante le registrazioni di “Silenziosamente”, visto che avevamo dato un contributo significativo al cd.»
Silenziosamente, col tempo è cresciuta anche l’importanza di una band che, oltre a Consonni, conta musicisti del calibro di Simone Pellicanò (batteria) ed Enrico Laganà (basso). Lo si sente nel secondo cd del trentatreenne cantautore aostano, “Anime”, registrato da Zap Delfino, presentato il 10 giugno al Bizarre di Saint-Christophe. Nei tre anni che separano i due lavori il peso della band è lievitato sia nel sound che riveste la miscela di britpop e cantautorato italiano di Tosello che nella stesura delle canzoni. Dietro la formula “musica e testi di Davide Tosello & Kedivè” ci sono, infatti, gli spunti compositivi di Consonni e quelli strumentali degli altri che rendono il disco molto più elettrico e rock rispetto al precedente («si possono sentire influenze dei nostri gruppi preferiti: dagli Smiths agli Interpol»).
Il testo della title track “Anime” è, poi, del cantautore Stefano Frison. «Siamo anime che vagano, si incontrano, si sfiorano e poi bruciano. Da sempre come se, da sempre insieme a te, nella passione dell’attimo”, vi canta Tosello. Ma, a parte la critica al consumismo di “Plastica”, tutti gli otto pezzi sono riflessioni sui rapporti tra persone: dall’incanto dell’innamoramento in cui si vorrebbe poter “rubare qualche attimo ancora per vederlo mutare in eternità” (“Eternità”) alla fine del rapporto, quando si è vittima dell’”agguato dei tuoi no” (“Calliope”) e “la colpa è altrove, non molto lontano da te” (“Altrove”). Più universale, infine, la ricerca di “Una vita migliore”, che non può prescindere dal diradare il “buio della mente che provoca distanze” (“Le tue verità”).