«Oltre ad essere una mia amica, Paola Mei è una cantante dalle straordinarie capacità vocali. E ha di bello che interpreta perfettamente Mina senza scimmiottarla.» Parola di Sandro Gibellini, cinquantanovenne chitarrista bresciano che, amicizia a parte, è il più adatto a giudicare una cantante che interpreta Mina visto che con Mina ha registrato per anni. Da “Caterpillar “ del 1992 a “Sconcerto” del 2001, passando per “Napoli” del 1996. In quest’ultimo li si può, per esempio, ascoltare mentre attaccano da soli pezzi come “Nun è peccato”. E l’emozione non è molto dissimile da quella che Gibellini e la Mei danno nel progetto “ContaMinata” che dal 2004 portano in giro per l’Italia (dapprima come quartetto, ultimamente in duo).
«Non facciamo delle semplici cover delle canzoni di Mina,- spiega il chitarrista- quanto, piuttosto, le trasformiamo a modo nostro.» Eccoli, quindi, passare dal blues di “Sabato Notte” alla bossa nova di “Conversazione”, da ballad come “E se domani” al cha cha di “Cubetti di ghiaccio”. E, ancora, “Insieme” e “Brava” («è la cartina al tornasole del virtuosismo, che pochissime cantanti sono in grado di affrontare come Paola»).
Chitarrista “storico” del jazz italiano, dal 1984 al 1991 Gibellini ha fatto parte della big band della RAI di Milano e vanta collaborazioni prestigiose in vari ambiti: da Gerry Mulligan a Lee Konitz, da Kenny Barron a Bruno Lauzi, da Massimo Urbani a Fabio Concato.
La Mei, invece, dopo un inizio pop non esaltante, grazie al pianista Luigi Bonafede ha intrapreso, nel 1991, un’apprezzata carriera jazzistica che l’ha vista collaborare con diversi big italiani: da Tullio De Piscopo ad Emanuele Cisi, da Rosario Bonaccorso a Riccardo Luppi. «Da bambina sentivo tanti dischi di Mina perché piaceva a mia mamma,- racconta- per cui, inevitabilmente, la mia vocalità si è formata su di lei, anche perché il mio timbro la ricorda. Così ho pensato di riproporre le sue canzoni contaminandole con i raffinati arrangiamenti jazz di Sandro, ed il risultato mi sembra apprezzabile.»