…e, intanto, Patrick Passuello non sbaglia una festa. A pochi mesi dalla “serata da urlo” che il quarantaquattrenne artista visivo valdostano aveva organizzato il primo giugno nel suo atelier aostano, il P-Fucktory Studio, un altro grande “sciuccescio”, come lo definisce lui, ha arriso alla festa organizzatavi la notte di Halloween.
Gli ingredienti sono stati gli stessi: la sede (un garage trasformato in loft post atomico), le vettovaglie portate dai partecipanti (in particolare il beveraggio), la musica (il djset dei Boylerz ed il live show di d’Timed e Basura) e, soprattutto, la gente accorsa al richiamo di questo festaiolo “artista delle feste”. «Patrick– ha commentato Rossana Ghidoni- attira gente al suo covo come vespe ad un bicchiere appiccicaticcio abbandonato al sole…a nugoli!!»
Da parte sua Passuello ha spiegato che «lo spazio è nato anche per smuovere qualcosa a livello culturale in Valle, visto che con la crisi le istituzioni latitano. Lo scopo è divertirsi in un ambiente diverso e stare bene, magari cercando di aprire un po’ la mente alla gente.»
Missione indubbiamente compiuta, Patrick. Sia per la possibilità, più unica che rara in Valle, che offri di ascoltare musica al di fuori dei locali commerciali, dove, sempre più spesso, gli spettatori/commensali superano quelli effettivamente interessati alla musica. Sia per la libertà che lasci ai gruppi di esprimersi. Sia per la capacità che hai di coagulare un folto pubblico sintonizzato sui tuoi gusti musicali, per cui la musica dei gruppi che scegli non è, come ormai spesso capita, ridotta a mero sottofondo, ma ritorna ad essere rito collettivo.
Com’è successo coi d’Timed e, ancor più coi Basura, il cui provocante “Rock & Porn” (come l’ha battezzato Patrick) ha “stuprato le fuckin’ orecchie” del pubblico, divertito dal loro look “en travesti” (per una larvata polemica con un’associazione femminista), dalla proiezione di filmini porno degli anni Settanta e da gadget costituiti da assorbenti col velcro con il loro nome. “Belli, torridi & cattivi”, come li ha definiti l’esperto Renato Angelici. Come, del resto, deve essere il rock, che, è bene ricordarlo, è “nato per essere selvaggio”.