Puoi anche farle in un bunker antiatomico, con severissimi checkpoint e bloccando ogni comunicazione con l’esterno ma le selezioni valdostane di Arezzo Wave Festival scateneranno sempre polemiche. E’ stato così anche la sera dell’8 maggio, all’Auditorium di Quart (in fondo “tira fuori gli artigli” era lo slogan del contest quest’anno). Nonostante gli organizzatori non vi avessero, volutamente, dato alcun risalto mediatico (nemmeno creando un misero evento su Facebook). Nonostante, forse anche per questo, vi abbiano preso parte solo tre gruppi . Nonostante, o forse anche per questo, i membri della giuria, se giuria c’è stata, siano stati secretati. Una segretezza che ha, inevitabilmente, gettato ombre su un contest, che, per il resto, ha offerto una serata di musica di alto livello che si è potuta ascoltare al meglio grazie all’alta professionalità del service Fumasoli.
Alla fine ad imporsi è stato l’alternative rock degli Inganno Armonico, che a giugno dovrebbero esibirsi a Milano con le altre band vincitrici (il programma non è ancora stato ufficializzato). Ottima è stata anche la prova dei veterani de I fiori di Ophelia e dei giovani degli Space Traffic (anche se il fatto che il più giovane rocker della serata sia stato il trentunenne Marco Pica depone per una crisi vocazionale dei giovanissimi).
«Sinceramente non mi aspettavo questa vittoria– ha commentato Giada Cognein, cantante della band vincitrice- Arezzo Wave è uno di quei festival italiani a cui mi sarebbe sempre piaciuto partecipare, e rappresentarvi la Valle d’Aosta ci riempie d’orgoglio.» Il gruppo è completato dai chitarristi Luca Consonni e Gianluca Carere, dal bassista Andrea Masala e dal batterista Stefano Angelini.
Fans dei Marlene Kuntz, si sono messi insieme due anni fa, in occasione di un contest della band cuneese che aveva invitato a scrivere una canzone con le parole della title track dell’ultimo cd “Lunga attesa”. «Abbiamo scelto questo nome perché ci piaceva l’idea del contrasto tra inganno, che ha un accezione negativa, e armonico che è positivo.– spiega Consonni- Inoltre Masala ci ha ricordato una frase dello scrittore inglese Charles Caleb Colton “ci sono inganni cosi ben congegnati che sarebbe stupido non cascarci”.» Sul palco di Quart hanno interpretato “Risin’ Sun”, “Acqua” e “Hitchcock”. «I testi sono miei,- conclude Giada- parlano di percorsi personali di rinascita e, “Hitchcock”, di come si possa uscire dalla dipendenza dall’alcool tramite l’amore. Le musiche, invece, sono di Luca, che è un pentolone pieno di idee, ma che con gli arrangiamenti della band prendono direzioni diverse.»