«Il canto– ricorda Tonino Sofi– è stato per me un passe-partout per entrare nel cuore della gente e, viste le mie origini calabresi, per farmi accettare. Meglio che con le parole, sono riuscito a comunicare grazie alla voce che mi ha donato mia madre».
Rivelatosi, adolescente, a metà degli anni Cinquanta (è nato il 21 febbraio 1942) era già richiestissimo negli affollati locali di moda dell’Aosta del boom economico: il Miravalle di Porossan, il Tripoli sulla collina, il Mont Blanc di Corso Battaglione.
A partire dal 1957 la sua voce “duttile e dai toni accorati” spopolò tra “il folto e signorile uditorio” del Cral Cogne di Corso Battaglione, ove il postino Sofi fu uno dei protagonisti massimi della stagione felice dei Martedì Musicali. Nel 1959, dopo aver vinto con “Piove” il “1° Piccolo Festival di Sanremo” del Cral Cogne, ebbe, addirittura, la fortuna di conoscere Domenico Modugno quando questi, il 10 agosto, venne a cantare allo stadio Puchoz di Aosta.
In quegli stessi anni entrò a far parte del Coro Sant’Orso diretto dal canonico Jean Domaine. Vi rimase fino al 1973, partecipando alle prime esecuzioni di canti diventati celebri, come “Ma verda vallaye”, ”La desarpa” e “A Comboè”.
Appresi dall’amico Edoardo Mancini i rudimenti della chitarra, Sofi nei primi anni Sessanta si ritrovò a suonare il contrabbasso nel gruppo del maestro Berto Berti ed alle Poste con Tatina, Romeo e Gino “Fifì” Madeo.
Tanto bastò perché nel 1962 lo chiamassero a far parte della formazione originaria dell’Aosta Jazz Quintet, il primo vero gruppo jazz valdostano.
La sua militanza musicale è, poi, proseguita, militando in gruppi come Le Rodzo e Ner, duettando con il fisarmonicista Giovanni Tisseur e cantando con il Coro Les Hirondelles ed i Musicanostra.