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MUSICA Satira Teatro

La cultura che “salta di palo in sesto” del sussidiario dell’OBLIVION show 2.0

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1 Oblivion (by Gaetano Lo presti) IMG_2114Secondo la Treccani il sussidiario è “il testo che, nelle scuole elementari, integra il libro di lettura e l’insegnamento del maestro nelle varie materie di studio”. Qualcosa di cristallizzato molto lontano dall’attuale cultura liquida che sempre più le giovani generazioni cercano sul web. Può, però, succedere che i giovani, e non solo loro, possano appassionarsi a un altro tipo di “sussidiario”, quello proposto  dal quintetto comico musicale-teatrale Oblivion nello spettacolo  “Oblivion show 2.0: Il sussidiario”,  con la regia di Gioele Dix che il primo marzo è approdato al Teatro Giacosa di Aosta per la Saison Culturelle.

1 Oblivion IMG_2113Un sussidiario, il loro, che divulga la cultura usando il linguaggio del web, fatto di velocità, multitasking, gioco, salti spericolati tra cultura alta e quotidianità. Una formula lanciata, non a caso, su YouTube, dove, nel 2009, il loro video “I promessi sposi in dieci minuti” ha riscosso un enorme successo (ad oggi sono quasi 2 milioni di contatti ricevuti) .

1 Oblivion P1030254Formula che  in “Oblivion show 2.0: Il sussidiario” il gruppo ha applicato anche alle fulminanti sintesi in sei minuti di “Pinocchio” (raccontato con parodie di canzoni come “Non son legno di teck” e “L’unico pesce del mio cuor è la balena”) e della “Divina Commedia” (dove “il Caronte passava e ogni uomo gridava: dannati” tra “fiamme fiamme ‘copp’a Satanà”). E, ancora, a “Tutto il campo minato per minato”, in cui si sono collegati a celebri campi di battaglia come Troia (“Achille infortunato al tallone, stagione finita per lui”), Cartagine, Waterloo e Addis Abeba (“quando c’era lui i treni arrivavano in orario, ma era meglio se arrivavano in ritardo perché ci portavano a Mauthausen”). Vorticosi bignamini cantati, recitati, mimati e ballati, che, infallibilmente anche ad Aosta hanno riscosso risate e consensi.

1 Oblivion (by Gaetano lo presti) IMG_2115Il tutto intervallato da loro storici cavalli di battaglia come le “cazzottissime”, celebri motivi che un gruppo di boy scouts canta come un giradischi preso a cazzotti, o i “medley improbabili” tra Beach Boys e Ranieri (“Rose rosse in USA”), Eros Ramazzotti e i tenores sardi (“Se bastasse una bella canzone a far piovere a Nuoro”), Bach e Lady Gaga e, perfino, Zucchero e Papa Ratzinger.

1 Oblivion P1030200I collegamenti con l’attualità, sempre presenti, lo sono diventati ancor più nella presa in giro dei radical chic (che manifestano al grido “el pueblo unido Chanel sarà vestito”) o nel “Burlesque” che diventa “Berlusque” (“Fabienne, so che tu sei minorenne, ma non temo la prigione perchè sono un massone”). 
Lasciando, inevitabilmente, negli spettatori il retrogusto amaro della presa di coscienza di quanto la nostra società somigli sempre più a una parodia senza, però, la leggerezza ed il supremo equilibrio messi in mostra da questi cinque bravissimi “madrigalisti post-moderni”: Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli.

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