«La sua canzone più bella è diventata la più brutta.» Il commento di uno spettatore alla stralunata versione di “Per Elisa” cantata da Carla Bissi, in arte Alice, durante il concerto che, il 1° marzo 1996, tenne al Teatro Giacosa di Aosta la disse lunga sull’evoluzione avuta dalla “cerbiatta di Forlì” (città dove è nata il 26 settembre 1954).
«E’ come se la gente sia rimasta ferma a quel periodo.- mi confermò la musicista-Io però non sono più quella di “Per Elisa”. E’ una canzone che mi ha dato la possibilità di farmi conoscere anche all’estero, ma nello stesso tempo ha generato di me un’idea così forte che ancora adesso sto lavorando per dissolverla. Con gli anni si matura anche musicalmente, per cui, avendo a disposizione musicisti meravigliosi come quelli di questa tournée, viene voglia di sperimentare qualcosa di nuovo.»
La sezione ritmica con cui venne ad Aosta era, infatti, quella di un gruppo di culto come i Japan: il bassista Mick Karn ed il batterista Steve Jansen (fratello del celebre David Sylvian, leader del gruppo). Gente che, come del resto il chitarrista Robby Aceto ed il violinista Ben Coleman, ha collaborato con artisti del calibro di Sakamoto, Fripp, Isham ed Hassel nel distillare musica tra le più avventurose della scena mondiale.
Con loro presento il cd ”Charade”, pubblicato nel 1995, in cui realizzò la fusione tra la forma della canzone più tradizionale e lo sperimentalismo delle sue ultime produzioni. Con momenti assai convincenti come “E non ero mai sola”,”Dammi la mano amore” e “In piedi su uno specchio”. Musica, in ogni caso, distante dai suoi grandi successi legati al passato ed a Battiato, da ”Il re del mondo” a “Prospettiva Newski”, che furono gli unici momenti in cui il pubblico del Giacosa sembrò scaldarsi.
«Sono già venuta ad Aosta, nel 1988, con “Melodie Passaggere” in cui rileggevo la musica di Satie, Fauré e Ravel.- ricordò- Poi ho individuato la mia strada in una musica “di confine” aperta alla sperimentazione che ha fatto sì che non rientrassi più nei disegni del sistema discografico, che, infatti, mi ha eliminato. Per cui ho ripreso in mano la mia vita, cercando di percorrerla, attraverso la musica, nel modo che mi era più congeniale.»
Che musica ascolti? «Musica classica soprattutto.Nel 1994, in “Art et Decoration”, ho affondato le mani nella musica di compositori come Ravel, Saint Saens e Villa Lobos, scoprendo una libertà di comunicazione e una vitalità che mi hanno aiutato a crescere. Quando, invece, sono “concreta” ascolto gruppi come i Massive Attack. La musica migliore rimane, però, il silenzio che consente la ricerca interiore per trovare se stessi.»
SCALETTA DEL CONCERTO
Dammi la mano Amore, Charade 1995
In piedi su uno specchio, Charade 1995
L’apparenza, Charade 1995
Charade, Charade 1995
Sotto lo stesso cielo, Charade 1995
Nel resto del tempo, Charade 1995
Gli ultimi fuochi, Charade 1995
Non ero mai sola, Charade 1995
Il nido del gatto, Charade 1995
La fronte mormora, Charade 1995
Per Elisa
Passano gli anni, Mezzogiorno sulle Alpi 1992
Tim, Mezzogiorno sulle Alpi 1992
Neve d’Aprile, Mezzogiorno sulle Alpi 1992
La recessione, Mezzogiorno sulle Alpi 1992
In viaggio sul tuo viso, Mezzogiorno sulle Alpi 1992
Anin a gris, Il sole nella pioggia 1989
Il sole nella pioggia, Il sole nella pioggia 1989
Nomadi, Park Hotel 1986
Prospettiva Nevski, Gioielli rubati 1985
Il re del mondo, Gioielli rubati 1985