Mette i dischi ma non chiamatelo deejay. Piuttosto “selecter” (selezionatore). O, ancora meglio, “storyteller”, perché a Gabriele “Lele” Roma piace raccontare le storie che stanno dietro le canzoni che da trent’anni propone.
Al punto che questo quarantanovenne torinese ha ideato i “Flasback sofa”, corsi di cultura musicale da godersi comodamente seduti in poltrona in cui ripercorre la storia, le mode e le culture del rock dagli anni ’50 ad oggi.
«Ho anche venti anni di attività radiofonica in varie stazioni torinesi,- racconta- a cominciare dalla storica Radio Flash in cui ho fatto programmi improntati sulla riscoperta di decenni di musica che cerco di narrare anche attraverso la società che certi dischi hanno nutrito e, a volte, un po’ cambiato. Basti vedere com’è banale l’attuale taglio alla mohicano di Balotelli rispetto all’effetto che fece 20 anni quando lo lanciò, coi dischi dei suoi Exploited, il cantante Wattie Buchan.»
Lele Roma sarà stasera, a partire dalle 22.30, all’Old Distillery Pub coi suoi giradischi a trazione diretta Technics SL-1200 ed una parte della sua enorme collezione di vinili d’epoca. Proporrà una selezione musicale a base di beat italiano e straniero, garage e classic rock, come usa fare nei suoi “Psych Out” torinesi.
«Ho tra i 5 ed 6 mila 33 giri ed almeno 3000 singoli. Ho anche i cd, ma preferisco i vinili. È una questione di attitudine.» Di attitudine, questa volta persa, Lele parla anche a proposito del rapporto tra i giovani e la musica. «I giovani sono decisamente meno attratti dalla musica rispetto alla mia generazione. Manca loro il senso di appartenenza, quella “bandiera freak” che, nella canzone “Almost cut my hair”, il cantautore statunitense David Crosby identificava nei capelli lunghi. Non è solo per la somiglianza fisica che molti mi chiamano Crosby.»