ABBRACCI ACROBATICI – Alla fine del concerto, sul palco del Teatro Splendor di Aosta, Daniele Silvestri ed i suoi musicisti si sono abbracciati. Come compagni di squadra dopo un gol. O, meglio, come acrobati dopo un riuscito esercizio al trapezio, quando, disobbedendo alle leggi della gravità, riescono a toccare le nuvole. Non a caso la “filosofia dell’equilibrio” degli acrobati ha dato il titolo all’ultimo cd del cantautore romano. «Sarà perché nei tre giorni in cui l’abbiamo registrato a Lecce, nello studio di Roy Paci, c’è stata un’esaltazione creativa quasi circense.- ha spiegato- Ne sono uscite le canzoni di un cd che, sinceramente, devo ancora capire.»
LA MIA CASA– “Benvenuti nella mia casa. Questa sera casa mia è Aosta”, ha esordito l’11 marzo. Circondato da una scenografia popolata da case e intonando “La mia casa”, in cui canta che la sua casa è in tutti i posti e in nessuno: da Lisbona a Marrakech, da Berlino a Favignana (dove ha vissuto lungo), da Parigi (con citazione del Bataclan) a Roma. Un cosmopolitismo che si riflette nei diversi registri e linguaggi del cd e dello spettacolo che segna il primo tour teatrale della carriera del cantautore, che, partito il 10 marzo dal Teatro Politeama di Genova, attraverserà tutte le 20 regioni italiane per concludersi a Palermo il 14 maggio.
IL CIRCO- Nella seconda parte di un concerto generosissimo, durato più di due ore e mezza, Daniele e i sette magnifici musicisti sono ricomparsi sul palco dello Splendor con uniformi alla Sgt. Pepper’s e un’ambientazione circense che evocavano gli acrobati ma, anche, la beatlesiana Magical Mistery Band citata nelle note di copertina del disco. E se il costume l’ha dovuto presto togliere per il calore (“eppure mi avevano detto: se vai ad Aosta copriti”), il mood del concerto ha mantenuto quel qualcosa di magico e di misterioso scoccato durante la registrazione del disco e mantenuto grazie ad una tavolozza timbrica inconsueta in cui hanno spiccato Marco Santoro (fagotto, tromba e cori) e il chitarrista bucolico Daniele Fiaschi.
IL GIOCO- Una volta provate live le canzoni dell’ultimo cd, Silvestri ha cercato di coinvolgere il compassato pubblico dello Splendor («non capisco se siete silenziosi perché siete attenti o se è per colpa nostra che vi stiamo facendo addormentare») mettendo ai voti la scaletta della carrellata fiale dei suoi grandi successi. Ecco così le infallibili “La paranza”, “Le cose in comune”, “Salirò”, “Aria” e, per finire,”Cohiba”, una delle canzoni simbolo della sua capacità di dire verità pesanti giocando, con leggerezza, con le parole (in questo caso l’omofonia tra il soprannome “Che” e l’espressione italiana “c’è: “c‘è, se vai ben oltre l’apparenza, un’impossibile coerenza che vorrei tu ricordassi almeno un po’”). E, al grido di «venceremos adelante o victoria o muerte», vittoria è stata. Con, in premo, il ritratto consegnatogli dal pittore aostano Fabrizio Brazzale, che l’ha inserito, tra David Bowie e Niccolò Fabi, nella sua serie di «(Stra)volti del rock».
(si ringrazia Roger Berthod per la foto di Daniele Silvestri al circo)