Ad un un secolo dalla nascita e a cinquant’anni dalla morte, la cantautrice cilena Violeta Parra è ancora viva nel ricordo di molti. Grazie all’opera della Fondazione Violeta Parra fondata dalla figlia Isabel, grazie al film “Went to Heaven” realizzato nel 2011 da Andrés Wood, ma, soprattutto, grazie alle sue canzoni. A partire dalla celebre “Gracias a la vida”, considerata il suo testamento spirituale, visto che la inserì nell’ultimo album pubblicato pochi mesi prima che si suicidasse per una grave forma di depressione.“Gracias a la Vida” è anche il titolo dello spettacolo teatrale a lei dedicato che si è tenuto la sera del 16 novembre in un’affollatissima Sala conferenze della Biblioteca regionale di Aosta.
Protagonisti sono stati il Duo Carretera Sur, formato dai bravissimi Ornella Vinci (canto) e Walter Marocchi (chitarra), e l’uruguayano Milton Fernandez (regista e voce narrante). Quest’ultimo, laureato in arte drammatica all’Accademia nazionale di Montevideo e diplomato alla scuola del Piccolo di Milano, ha lavorato come mimo, danzatore, attore, maestro d’armi e regista in produzioni per teatri prestigiosi come il Teatro alla Scala, il Piccolo di Milano, il Teatro San Carlo di Napoli ed il Maggio musicale di Firenze. Direttore artistico del Festival della Letteratura di Milano, è di casa in Valle per l’amicizia che lo lega alla famiglia Arruga proprietaria del Castello Tour de Villa di Gressan.
Lo spettacolo è stato un’emozionante omaggio a una piccola donna diventata simbolo di intere generazioni grazie al talento, alla passione e, sopratutto, all’incrollabile fede nella ricerca della libertà e della verità. Quando, nel corso di un’intervista televisiva, le chiesero che consiglio avrebbe dato ai giovani artisti, rispose: «Forse direi loro di scrivere come vogliono, usando il ritmo che sentono nell’anima. Di provare strumenti diversi, di sedersi al pianoforte e distruggere la metrica, di urlare invece di cantare, di soffiare nella chitarra e pizzicare la tromba, di disprezzare la matematica ed abbandonarsi all’istinto. La creatività è un uccello senza piano di volo, che non volerà mai in linea retta.»
Lo spettacolo era inserito nella rassegna “Il giro del Mondo”, dedicata alla cultura di diverse aree geografiche, realizzata grazie al progetto FAMI P.A.R.I. – Partecipazione Attiva e Racconti d’Immigrazione, co-finanziato da Unione Europea e Assessorato regionale della Sanità con l’apporto del Sistema Bibliotecario Valdostano, della Cooperativa Sociale Leone Rosso e delle Associazioni valdostane di migranti.
