Ha scritto Nietzsche: “dovete avere il Caos in voi per partorire una stella danzante.” Lo conferma la mostra “Ombre e linee” che fino all’11 febbraio vedrà protagoniste nella Sala Espositiva Finaosta di Via Festaz le fotografie e le sculture realizzate dagli utenti della Cooperativa La Svolta. Nata nel 1990 per affrontare i problemi dell’emarginazione sociale, dal 1999 la cooperativa svolge attività socio sanitarie ed educative rivolte alla cura e al recupero di soggetti con dipendenze. Tra queste ha inserito attività sportive e, lo scorso anno, un corso di comicità teatrale con Davide Messina, comico della scuderia Zelig. Lo scorso autunno è toccato al laboratorio di fotografia di Giorgia Grizi.
«Dal livello base da cui sono partiti, ho cercato di portarli all’astrazione.-spiega la ventitreenne aostana- Se, cioè, all’inizio fotografavano il sasso, alla fine la sua ombra. Le foto astratte in mostra, basate sul contrasto tra luce ed ombra che forma linee, sono state scattate nei luoghi che gli utenti de La Svolta frequentavano quando, per la dipendenza, erano costretti a nascondersi nell’ombra: stazione, parchi, sottopassaggi, ponti.»
Accanto ad una ventina di foto, quasi tutte in bianco e nero, stampate in formato 70×50, saranno esposte tre sagome di legno realizzate nel BoboLab di Bobo Pernettaz dagli “svoltini”, come l’artista li ha soprannominati. «E’ stato molto stimolante.- commenta Bobo– Sono state cinque sedute di lavoro molto produttive in cui siamo stati goliardi e complici. In particolare con Giordano, che ho soprannominato “Mister taglierino” per l’impegno che ci ha messo, occupandosi anche di non fare spegnere la stufa e di fare il caffè.»
Ecco, quindi, che alcune delle sagome di persone presenti nelle oltre 700 foto fatte si sono trasformate in grandi sagome materiali (alcune sono alte anche tre metri). Una stilizza una coppia di passanti in mezzo alle Porte Pretoriane, un’altra,simbolo della mostra, ha una macchina fotografica attaccata al polso, l’ultima, infine, è il totem esposto fuori dalla sala che invita a fermarsi un attimo a riflettere ma, anche, ad entrare a vedere la mostra.
«Il messaggio che volevamo mandare è che bisogna uscire dall’ombra per risolvere problemi.- spiega Flavia Vinciguerra, presidente de La Svolta– Le linee simbolizzano proprio il percorso per uscire dal tunnel della sofferenza, facilitando la risoluzione delle situazioni interiori. I laboratori di fotografia e scultura hanno permesso al percorso riabilitativo di diventare un’ulteriore occasione di accompagnamento alla maggiore definizione e consapevolezza degli aspetti del sé.»
La mostra, organizzata da la Svolta con l’Assessorato regionale della Sanità, salute e politiche sociali rimarrà aperta fino all’11 febbraio dalle 14 alle 19. L’ingresso è gratuito.