Penso che un sogno così non ritorni mai più. Mi trovavo in una Cittadella dei Giovani di Aosta gremita, e, sul palco, improvvisavo uno spettacolo d’arte varia con gente che aveva voglia di volare per un pubblico che ne aveva altrettanta.
Giusto il tempo di ascoltare il Gufo Anacleto de “La spada nella roccia” che ci dava qualche consiglio (“Il volo non è semplicemente un vile processo meccanico, ma un’arte raffinata, puramente estetica, poesia del movimento”) che il cantautore Roberto Contardo decollava ad “annusare le stelle” sul precario Spirit of Saint Louis di “Lindbergh”, incrociando i fogli svolazzanti delle poesie di Patrick Passuello e la mongolfiera a bordo della quale Enzo Massa Micon fotografava la Valle d’Aosta.
E, poi, ancora un po’ più su, sulla luna verso cui volava una improvvisata band di musicisti e su cui passeggiavano Elisabetta Padrin e Daniele Iacomini fotografati da Francesca Romeo. Intanto l’odissea “across the Universe” di Lorenzo Tagliaferro trovava una guida sicura nell’astrofisico Paolo Calcidese che ne dissipava i timori spiegandogli come i buchi neri non siano né buchi né neri.
E mentre volavo felice più in alto del sole ed ancora più sù, una musica dolce suonava soltanto per me. Era quella de “L’uomo che voleva volare””, la canzone composta con l’inesausto sarto di legni esausti Bobo Pernettaz che questo sogno ha generato. Non sarà una fotografia bella come quelle che fa Anna Alciati, né saranno parole auliche come quelle dell’altro assistente di volo Enrico Montrosset, ma è la netta sensazione che mi ha lasciato l’evento “L’uomo che voleva volare” svoltosi la sera del 24 febbraio. Una serata nella quale, al di là di pause ed inconvenienti tecnici (come quello ai video di Andrea Carlotto), si è respirata positività ed amore. Quell’amore che, come recita il testo della canzone, “supera inciampi, cattiverie, sopraffazioni, solitudine, indifferenza, villani e oppressori. Quell’amore che ti fa sciogliere, stordire, scivolare. E si gonfia di sogni. Tanto da poter volare.”
Si ringraziano per le foto Roger Berthod, Dora Contrasto, Franco Zanin ed Elio Trompettini