A poco più di due anni di distanza dalla precedente esibizione, il 20 aprile Biagio Bagini e Gian Luigi Carlone sono tornati all’Espace Populaire di Aosta col progetto ConciOrto, che sposa elementi antitetici come Natura e Tecnologia in uno spettacolo di canzoni ecologiche suonate con peperoni, melanzane, cavolfiori, cetrioli e zucchine. «Siamo due orticultori, ma, anche, due musicisti e per questo facciamo i dischi e nei loro solchi piantiamo le canzoni.– così si presentano nella canzone “La mano”- Negli spartiti mettiamo i semi, tiriamo su le ottave, proteggiamo le piante dagli accidenti, perdiamo le chiavi… ma apposta. Così che il nostro orto rimane aperto e chi vuole ci viene, e qui sosta per sentire come suonano le verdure che sono forti, pianissime o andanti e vibrano e ci fan vibrare al tocco della mano.»
Tutto è nato dalla scoperta che Carlone ha fatto dell’Ototo, l’interfaccia basata sulla scheda elettronica Arduino, messa a punto nel 2005 ad Ivrea, che permette di trasformare oggetti di uso quotidiano in una tastiera midi. Nel caso specifico di trasformare peperoni, melanzane, cavolfiori, cetrioli e zucchine in un “pianofOrto”.
All’Espace hanno presentato il nuovo spettacolo di canzoni e racconti “I raccoglitori” che “continua a parlare dei frutti della natura e delle nostre raccolte, vitaminiche, musicali, saporite come i brani del nuovo disco, che raccoglie il meglio di 3 anni di Conciorto”. Pubblicato nel maggio 2017, “Metafore naturali”, il loro secondo album, conquista per i testi poeticamente arguti e la varietà e piacevolezza delle atmosfere musicali rese in compagnia di ospiti d’eccezione come il trombettista Giorgio Li Calzi, Mark Gane (l’autore di “Echo Beach” di Martha and the Muffins), il tastierista Mark Harris (collaboratore, tra gli altri, di Fabrizio De Andrè) e Antonella Ruggiero (con la quale collaborano)
“Le metafore naturali- cantano nella struggente title track- dicon del cambio delle stagioni e provano a spiegare di noi. Con le metafore naturali abbiamo ali da spiegare sul mondo che non sa ancora di noi.” Ad Aosta hanno presentato anche una nuova canzone, “I girasoli”, legata al disastro nucleare di Fukushima del 2011. «E’ stata ispirata dalla notizia che i monaci buddisti hanno piantato 8 milioni di girasoli, considerati gli spazzini della terra, che hanno ripulito le scorie radioattive che si erano depositate nella terra. Nel pezzo useremo un nuovo grembiule sonoro che, attraverso dei pad, permette di suonare il corpo.»
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