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Musica valdostana

Philippe Milleret risponde alle critiche di Josef Henriet cantando “Valdôtain toujours libre je suis”

33694311_1994849050843444_9141897151494750208_n.jpgTutto è nato da un post che il 23 maggio Josef Henriet ha pubblicato su Facebook. “Milleret, te lo dico da padre, da madre, da uomo, da donna, da fidanzato, da figlio, da suocero… da tutto. Continua a fare quello che sai fare egregiamente: CANTA per la Valle.- vi scriveva l’ideologo del movimento Arpitano- Lascia perdere il ruolo di stratega politico di Pays dAoste souvrain. Dillo anche ai vari morellini che sono ingenuamente al servizio del ragazzino iperattivo…Con franchezza.32855326_1988255491248615_6969771287547740160_nIl cantautore valdostano Philippe Milleret non è rimasto insensibile all’ironico consiglio e gli ha risposto cantando, voce e chitarra, “Valdôtain toujours libre je suis”, in un video realizzato nella sua casa di Fenis con, alle spalle, la bandiera di Pays d’Aoste Souverain, il movimento indipendentista da lui fondato nel 2015. «E’ una canzone scritta vent’anni fa Michel Perret, un colosso Burgundo che è un altro dei fondatori del movimento. Me l’ha fatta sentire recentemente, proponendola come nostro inno. Si riferisce ad un periodo storico diverso dall’attuale, che, però, è sovrapponibile a quello che oggi sta succedendo coi partiti nazionali. Quando parla di una Valle “piena di stranieri che non l’amano nemmeno” si riferisce a quelli che sono per i partiti nazionali romani e contro l’autonomia, anche se, a parole, si dicono a favore. Un po’ come, ne “La Clicca Dzeusta”, Vincent Picone con “la terra l’et trop bassa” se la prendeva con il sistema burocatico e poliziesco dello Stato fascista che era pieno di meridionali.»

Tra i partiti romani Milleret include la Lega (da qui il dissidio con Henriet, che ne è un sostenitore). «Io non sono contro l’Italia, sono contro il sistema romano e per noi la Lega resta un movimento nazionale. L’unica alternativa plausibile è, invece, quella di autogovernarci. Il popolo valdostano per esprimersi deve pensare ad una valle autonoma, autosufficiente che rispetti quei principi del federalismo di cui nessuno parla più. Il video della canzone ha avuto migliaia di visualizzazioni perché il messaggio in musica passa più veloce della parola o della scrittura. Forse per Henriet era meglio se scrivevo o parlavo».

VALDOTAIN TOUJOURS LIBRE JE SUIS
Au milieu des montagnes entre France et Italie
Il y a-t une belle Vallée pleine de fleurs et de fruits I
l y a-t un peuple très fièr,simple et très uni
Valdôtain toujours libre je suis

Mais la belle vallée elle n’est plus comme une fois
Elle est pleine d’étrangers qui ne l’aiment même pas
Pour l’aider faut chanter tous ensemble et unis V aldôtain toujours libre je suis

Nos ancètres ont lutté pour réussir à obtenir
Quelque chose que quelqu’un ne sais même pas d’avoir
Et sont morts pour la cause et pour l’Autonomie
Valdôtain toujours libre je suis

Quand la lune se lève très haut dans le ciel
Le visage couvert,le courage dans l’air
Les écrites sur les murs veulent dire que aujourd’hui
Valdôtain toujours libre je suis

VALDOSTANO, SONO SEMPRE LIBERO
In mezzo alle montagne tra Francia e Italia
C’è una bella Valle piena di fiori e frutti
c’è un popolo molto fiero, semplice ed unito
Valdostano, sono sempre libero

Ma la bella Valle non è come una volta
È piena di stranieri che non l’amano nemmeno
Per aiutarla, bisogna cantare insieme e unirsi
Valdostano, sono sempre libero

I nostri antenati hanno lottato per riuscire a ottenere Qualcosa che qualcuno non sa nemmeno di avere
e son morti per la causa e per l’Autonomia
Valdostano, sono sempre libero

Quando la luna sorge molto alta nel cielo
La faccia coperta, il coraggio nell’aria
Le scritte sui muri significano che oggi
Valdostano, sono sempre libero

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