Il 21 luglio, al MAIN (Maison de l’Artisanat International) di Gignod,è stata inaugurata “Bâton Amis” la nuova mostra biennale curata dall’IVAT (Institut Valdôtain de l’Artisanat de Tradition). Con la parola “bastone” si indicano oggetti diversissimi tra loro per forma, dimensioni, materiali, tecniche decorative utilizzate, uso a cui sono destinati, valenze simboliche incarnate. Utile per appoggiarsi camminando, si è dimostrato, però, meno “amico” quando è diventato simbolo di potere, guerra e violenza. “Il bastone germoglia, se trova il terreno adatto”, scriveva, infatti, lo scrittore polacco Stanisław Jerzy Lec. Lo conferma il manganello fascista in bosso monossilo verniciato (con piccolo fascio littorio in osso) della collezione di Silvio Borsarelli di Mondovì, che coi suoi 120 pezzi occupa una stanza del MAIN.
Simboli di potere sono anche le mazze africane o dell’Oceania, come pure i tre Pastorali messi a disposizione dal Vescovo di Aosta.
Vi si contrappongono le Marottes, i bastoni che i giullari utilizzavano come difesa ma, anche, contrapposizione al segno del comando. Come dire al monarca: tu hai lo scettro, io la Marotte.
Più recentemente sono stati utilizzati neglisport, come i bastoncini in mostra che hanno fatto vincere a Chicco Pellegrino una gara olimpica. Una stanza, poi, è dedicata alle bacchette da rabdomante del sarrolein Dino Letey, un’altra alle culture extraeuropee ed una alle collezioni valdostane di Jules Brocherel, Priuli & Verlucca e della Soprintendenza.
«L’obiettivo è raccontare attraverso i circa 400 oggetti esposti, il bastone nella sua complessità.- afferma Nurye Donatoni curatrice dell’esposizione– E’ un manufatto che nella nostra contemporaneità sta perdendo il suo valore simbolico e ruolo sociale, e di cui abbiamo cercato di ricostruire le vicende grazie a pezzi provenienti da importanti musei e prestigiose collezioni private.»
La mostra ospitata nell’antica Casaforte di frazione Caravex 2, a Gignod, è ad ingresso libero ed è visitabile fino al 30 settembre dalle 13 alle 19 tutti i giorni (escluso il lunedì). Sul sito http://www.lartisana.vda.it ci si può, poi, informare sulle numerose iniziative collaterali che si sono svolte al MAIN. Dai laboratori ai workshop degli artigiani, dalle visite guidate gratuite ai concerti, conferenze e pièces teatrali. Questi ultimi rientrano nella rassegna “Bastoni sonori”, curata da Selene Framarin, che ogni sabato di agosto e settembre ha avuto un appuntamento alle 17.30. «I bastoni, a seconda di come vengono manipolati, fanno nascere anche suoni.- spiega Selene– L‘umanità ha iniziato a esplorare tutto ciò già nel Paleolitico, per, poi, creare, nel corso dei secoli, i più svariati strumenti musicali. Tra questi il nostrano fleyé, nato modificando il bastone tradizionalmente usato come attrezzo agricolo per la battitura del grano.» L’ultimo appuntamento della rassegna, il 29 settembre, vedrà protagonista proprio la clarinettista aostano in duo con il percussionista Lorenzo Barbera in un concerto itinerante nelle sale del MAIN dal titolo “Soffi e battiti”.
