<In quasi 50 anni di carriera non mi era mai capitato di fare il primo concerto dell’anno il 23 di luglio>. Parola di Enrico Ruggeri, che il 23 luglio 2020 è finalmente tornato su un palco nella fiabesca cornice del Cortile delle Armi del Castello Sforzesco di Milano. <Dopo tutti questi mesi di inattività per il Covid ci meritavamo una serata con quella.– ha continuato– Talmente era la voglia che ogni piccola emozione è stata amplificata. E così è stato anche domenica ad Oderzo, in provincia di Treviso. D’altronde se non mangi da quattro giorni un panino col salame ti sembra la cosa più buona del mondo>.
Erano con lui Paolo Zanetti (chitarre), Francesco Luppi (pianoforte) e Davide “Billa” Brambilla (tromba, flicorno, fisarmonica). Lo stesso trio che lo ha accompagnato il pomeriggio del 30 luglio al Fun Park di Dolonne, a Courmayeur, per il secondo appuntamento della rassegna Aosta Classica. Come avviene in questo periodo, pur essendo gratuito l’accesso all’area del concerto è stato regolamentato in modo da garantire il distanziamento.<In questo momento di musica contingentata, col distanziamento e la riduzione di capienza, possiamo tutti riempirci la bocca coi sold out.- ha ironizzato Ruggeri- Ma non sempre è così. Ho una ventina di date in attesa di conferma, e una, quella di San Benedetto del Tronto, è saltata perché la giunta comunale non riteneva opportuno spendere soldi per un concerto in un momento così delicato. Tra i pochi vantaggi di questo periodo c’è, quindi, quello che la gente può rendersi conto di quali sono le amministrazioni dinamiche ed attente alla cultura e quelle che preferiscono, invece, dire di no a tutto per non sbagliare>.
In un’intervista a Michele Monina ha detto che l’emergenza Coronavirus è sfruttata da chi comanda per tenerci zitti. Come mai è stato uno dei pochi artisti ad andare contro il pensiero unico che punta ad infondere paura dell’infezione? <Dopo quell’intervista ho incontrato colleghi che mi hanno detto: bravo, basta con questa pantomima e così via. Poi, però, guardi i loro social e vedi che sono tutti molto cauti. Oggi il cantante medio non prende mai una posizione. Sui social dice che è della Juve, ma anche un po’ dell’Inter e del Milan, e gli piace molto il Napoli. Poi, però, non lamentiamoci se gli unici ambiti rimasti ancora al palo, sono l’istruzione e la cultura/spettacolo>.Negli oltre trenta album pubblicati c’è qualche canzone che avrebbe potuto anticipare quanto è successo? <La canzone che dava il titolo all’album pubblicato nel 2018 coi Decibel era “L’anticristo” che ipotizzava l’esistenza di una decina di persone che decidono i destini del mondo: da chi diventerà il presidente degli Stati Uniti a quando scoppierà la prossima bolla finanziaria e, appunto, una pandemia. Come, guarda caso, due anni dopo è effettivamente successo>.
Come ha passato il lockdown? <Francamente mi faceva un po’ ridere fare il concerto casalingo su Facebook con il pigiama e le pantofole sotto e sopra tutto truccato. In ogni caso ho fatto cose. Fondamentalmente ho scritto un romanzo, una saga familiare, ed ho lavorato a due progetti musicali non miei ma della mia etichetta discografica Anyway>.
Il concerto di Courmayeur fatto per la diretta Facebook di Rai Radio Tutta Italiana (che ha avuto 19.000 visualizzazioni) si è avvalso di uno stupendo scenario del massiccio del Monte Bianco. <Ci è costato un po’, ma credo ne sia valsa la pena>, ha ironizzato Giamaurizio Foderaro, il conduttore RAI che ha ideato e condotto i quattro concerti sotto i 4000 metri della Valle d’Aosta che hanno caratterizzato questa edizione di Aosta Classica.
La scaletta, infallibile, di Ruggeri, ha spaziato in 40 anni di produzione: da “Contessa”, “Povere” e “Il mare d’inverno” all’ultima produzione. Assenti, purtroppo, le canzoni di “Alma”, del 2019, “il mio disco più a fuoco”, come lo ha definito.E’ d’accordo che la sua carriera sia caratterizzata dal continuo muoversi “sull’orlo della follia” (è il titolo di una canzone, non sua, che ha cantato recentemente)?
<L’artista deve farlo. Fare la cosa che non ti aspetti è proprio nel suo DNA. Oggi, invece, la maggior parte degli artisti fa le cose più per il mercato che per loro stessi o per il piacere di farlo. E’ un po’ come la Wolkswagen che sceglie di fare una macchina con il sedile in pelle o similpelle in base ai gusti dei clienti. Così si fanno le canzoni oggi . Poi ci sono quelli, come me, che hanno un altro concetto della vita e dell’arte.>
Impossibile non concludere chiedendole della sua Inter...
<Questi estivi sono sempre i mesi migliori per gli interisti , perché, come in un immenso deserto dei Tartari, si spera che stia per arrivare qualcosa di meraviglioso. Quest’anno sarà più breve, per cui avremo poco tempo per sognare>.
Due foto sono di Andrea Bertallot
SCALETTA
1) Polvere
2) Nuovo Swing
3) Rien ne va Plus
4) Nessuno tocchi Caino
5) Lettera dal Duca (Decibel)
6) Una storia da cantare
7) Il portiere di notte
8) IL primo amore non si scorda mai
9) I dubbi dell’amore
10) Ti avrò
11) Gimondi
12) Primavera a Sarajevo
13) Il mare d’inverno (a sproposito)
14) Peter Pan
15) Quello che le donne non dicono
BIS
Non è Francesca
Come lacrime nella pioggia
Mistero
Contessa