
I controtenori sono uomini che cantano con un forte timbro femminile corrispondente al registro di contralto. Le loro tessiture vocali acute godettero di particolare fortuna nella musica barocca, grazie al successo di cantanti di sesso maschile che, evirati prima della pubertà, mantenevano la voce acuta anche in età adulta.
A quel periodo ed a quel timbro vocale si rifà il progetto ADN Baroque che la sera del 18 aprile è andato in scena al Teatro Splendor di Aosta per la Saison Culturelle. Accompagnato al piano da Guillaume Vincent, protagonista è stato il controtenore francese Théophile Alexandre, che, con un approccio essenziale e minimalista ha messo a nudo l’anima barocca di 21 pezzi, che, come i 21 grammi del peso dell’anima umana, penetrano nel cuore del nostro DNA emozionale, offrendo una visione originale dei capolavori barocchi, unendo musica, teatralità e danza.
Guillaume Vincent ha aperto, per esempio, la serata, leggendo un libro seduto al piano, per, poi, suonare, nella penombra, la “Sarabanda” di Handel. Lo scambio di ruoli ha interessato anche Théophile Alexandre, che,nell’iniziale “Lascia ch’io pianga” dal “Rinaldo” di Handel ha suonato alcune battute insieme al pianista.
Ma il giovane controtenore ha dimostrato di essere anche un esperto ballerino. Interpretando le coreografie di Jean-Claude Gallotta mentre cantava “Domerò la tua fierezza” e “Ombra cara” di Händel o “Alto Giove” di Porpora. Ma, anche, nelle strumentali “Les sauvages” di Rameau ed il bis “Danza degli Spiriti Beati” dall’Orfeo di Gluck.
Lo spettacolo era diviso in tre atti con titoli in cui era inserita la parola “perles” in onore dell’etimologia della parola portoghese “barocco” che indica una perla di forma irregolare.(Les Perles de Lumière, Les Perles d’Ombres e Les Perles de Nuit). All’interno di ciascuna sezione i pezzi erano legati a sentimenti, stati d’animo, pregi o difetti. Dalla nobiltà alla speranza, passando per il candore, la manipolazione, il tradimento, la collera, la follia.
Con piano e voce, Alexandre e Vincent hanno, così, messo a nudo l’anima di capolavori di compositori barocchi come Henry Purcell, Jean-Philippe Rameau, Antonio Vivaldi, Johann Sebastian Bach, Georg Friedrich Händel e Nicola Porpora (l’Alto Giove dal Polifemo). Con quest’ultimo compositore studiò Carlo Maria Michelangelo Nicola Broschi, in arte Farinelli, considerato il più famoso cantante lirico castrato della storia. Stimato da compositori come Domenico Scarlatti e Mozart ed amico di Metastasio, fu conteso dalle corti europee. Soprattutto quella spagnola, dove trascorse un ventennio, riuscendo a curare, col suo canto, l’insonnia di re Filippo V.
Nel corso del Novecento si è assistito alla rinascita artistica di questo particolare registro vocale maschile, sia grazie al revival del teatro musicale seicentesco e settecentesco (con la rinascita di “nuovi angeli” come Théophile Alexandre nella prassi esecutiva dell’opera barocca), ma anche all’impiego nell’opera contemporanea.