Aveva di che essere soddisfatto il direttore della Cittadella Jean Frassy dopo lo spettacolo “Respect- Il coraggio di avere paura”, che la sera del 9 giugno ha segnato per la struttura il ritorno alle grandi produzioni dopo la pandemia.
La standing ovation finale del pubblico che affollava l’Auditorium è stata la prova che la collaborazione con il Comando Gruppo Carabinieri di Aosta e BCCV Banca di Credito Cooperativo Valdostana aveva colto nel segno facendo incontrare il tema della legalità con la street culture declinata nei linguaggi della danza, della musica, della parola e della pittura dal vivo.
Ecco, quindi, che sotto la regia di Elena Pisu, e con le coreografie di Elvis Iacobuta, si sono mosse le performer Rachele Bosco, Alice Gallo, Fabienne Jacquemod, Alessia Presta, Ginevra Raffaelli e Matteo Anile. Con alle luci Andrea Sancio Sangiorgi, al sound design Carlo Giordano ed al live painting Elena Muresu in arte Mala e Sophie Tunice.
La pratica artistica è, così, diventata strumento di indagine, luogo per riflettere, porre domande ed elaborare un racconto collettivo incentrato sull’importanza delle scelte per la comunità di cui facciamo parte.
Scelte a volte difficili e impopolari come quelle che hanno portato alla sofferenza o, addirittura, alla morte di alcune delle persone scelte come esempi.
Dal carabiniere Salvo D’Acquisto, sacrificatosi nel settembre 1943 per salvare la vita di 22 ostaggi dei nazisti (il cui ricordo è stato letto da una Carabiniera), a Franca Viola, la prima donna italiana ad aver rifiutato il matrimonio riparatore.
E, ancora, il giornalista siciliano Peppino Impastato, che a Cinisi, viveva ai “cento passi” dalla casa di quel Tano Badalamenti che lo fece uccidere il 9 maggio 1978.
Per finire con il Gandhi dello slogan “Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” che alla fine è stato scritto sulla grande vela che ha fatto da scenografia allo spettacolo, e sulla quale gli spettatori hanno, alla fine, apposto la loro firma.
Nella speranza che i buoni sentimenti ed intenti dello spettacolo si diffondano in una società civile, nella quale, però, è sempre più difficile riconoscere un nemico ben identificabile come quelli che questi coraggiosi combatterono.
Come intuì, infatti, Giovanni Falcone “la realtà di ogni giorno è fatta di mescolanza tra società sana e società mafiosa”. Con quest’ultima che, avendo disponibilità economiche infinitamente superiori, si pone come modello truffadinalmente vincente, generando consenso.