A 11 anni dal suo ultimo concerto per la Saison Culturelle, il 27 luglio è torna ta ad esibirsi in Valle d’Aosta la cantautrice Giorgia Todrani, in arte Giorgia. Questa volta a Bard, dove, nella Piazza d’Armi ha portato l’ultima tappa del suo “Blu Live Outdoor”. Ecco, quindi, che dopo “Gocce di memoria“, che riassume la storia sua e di chi la segue, ha fatto un perfetto mix di brani nuovi (“Meccaniche celesti”, “Normale”,”Parole dette male” e la finale “Senza confine”) e i pezzi che non possono mancare (da “Tu mi porti su” a “Parole dette male”, da “E poi”a “Di sole e d’azzurro”, da “Come saprei” a “Di sole e d’azzurro”).
Forte di una bocca di fuoco vocale formata da Andrea Faustini e Diana Winter (bravissima anche alla chitarra come ha dimostrato nel tête-à-tête acustico in cui Giorgia ha interpretato “Riguarda Noi” di Gatto Panceri e “Dimmi Dove Sei” di Pino Daniele) e di strumentisti come Fabio Visocchi(tastiere), Gianluca Ballarin (piano), Mylious Johnson (batteria) e Sonny Thompson( il bassista di Prince che ha curato gli arrangiamenti), Giorgia, nella parte centrale, ha potuto divagare da “Don’t Stop The Music” a “I feel love” di Donna Summer e “Nessun dolore”. O, addirittura, lasciare il palco per cambiare abito, mentre Winter e Faustini cesellavano una “How Deep is your love” da brividi.
il singolo “Parole dette male” con il quale Giorgia ha partecipato per la quinta volta al Festival di Sanremo e l’album “Blu” hanno segnato una ripartenza dopo un “periodaccio” in cui, disorientata, aveva perfino pensato di ritirarsi. «Il Festival mi ha ridato un posizionamento interiore e sicurezza artistica. Mi ha rimessa sul palco», ha confessato. Da Sanremo era, del resto, partita, nel 1994 con “E poi”, rivelando un talento straordinario, capace di far diventare normali le cose straordinarie. A cominciare dalle collaborazioni eccellenti. Da Luciano Pavarotti ad Elton John (che l’ha definita «una delle più belle voci del mondo»), dal jazzista Herbie Hancok («quando canta- ha detto- ha una luce dentro») al leggendario Ray Charles. Questi, nel 2000, saputo che il padre l’aveva chiamata Giorgia in onore della canzone “Georgia on my mind”, l’invitò a cantarla con lui sul palco del Summer Festival di Lucca. «Un artista immenso- ricorda Giorgia– Diceva di capire le persone dal battito del polso, e non dimenticherò mai l’emozione grandissima di quando ha preso il polso anche a me». Giorgia torna, tra l’altro, sempre volentieri in Valle d’Aosta. Per la natura incontaminata, e perché è una regione francofona. «Amo il francese, che ho studiato a scuola, e la canzone francese. Da quella storica, che ha una capacità poetica invidiabile, all’attuale. Mi piace moltissimo l’hip hop di Zahoo ed ho collaborato col cantautore franco-canadese Roch Voisine».