Trenta canzoni per quasi tre ore di concerto testimoniano la generosità che il 29 settembre Daniele Silvestri e la sua band hanno dimostrato al Parco Puchoz di Aosta per l’evento clou del cartellone di “Communété”, la serie di eventi a cavallo tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno organizzati dal Comune di Aosta in collaborazione con l’Assessorato regionale Turismo, Sport e Commercio, l’Office régional du tourisme e l’associazione Ascom Aosta.
Era la tappa conclusiva dell’Estate X Tour che Silvestri ha iniziato il 1° luglio per promuovere il nuovo album: “X”, appunto, pubblicato a giugno. Titolo legato al fatto che è il suo decimo album, ma anche ad una certa aura di mistero che lo avvolge. «Contiene 10 canzoni che si sono scelte un po’ da sole.- ha spiegato prima del concerto- Ognuna ha la sua storia, che spesso mi è stata suggerita dal pubblico. Tutto questo mi ha permesso di liberarmi dell’etichetta del cantautore per farmi “cantastorie”. Una dimensione che sento più mia e che mi ha restituito finalmente la leggerezza e la libertà del racconto. Molte canzoni hanno, poi, voluto altre voci a raccontarle. Da qui i tanti ospiti, scelti perché erano le persone giuste per le storie che volevo raccontare».
Giusti erano anche i fedeli musicisti giusti che lo hanno accompagnato in questo tour: Gabriele Lazzarotti (basso), Daniele Fiaschi (chitarre), Duilio Galioto e Gianluca Misiti (tastiere e sintetizzatori), Marco Santoro (fagotto, tromba e voce) , Piero Monterisi (batteria) e Jose Ramon Caraballo Armas (percussioni e tromba).
Con loro Silvestri ha ripercorso la sua trentennale carriera. Dal secondo album, “Prima di essere uomo”, che nel 1995 lo fece conoscere con la sanremese “L’uomo col megafono” ed il tormentone “Le cose in comune” a “X”, di cui ha cantato ben cinque canzoni . Con in mezzo pezzi poco battuti come “Occhi da orientale”. Ma anche “L’appello” (sul mistero della scomparsa dell’agenda rossa di Paolo Borsellino), “L’amore non esiste” (frutto della collaborazione coi colleghi Niccolò Fabi e Max Gazzè), gli imprescindibili successi sanremesi (“Salirò” e “La Paranza”) e “Testardo” (che ha dato il nome al suo fans Cub, presente in forze sotto il palco, che gli ha fatto recapitare lo striscione con su scritto: “Estate X non è stata un incognita, ma una certezza. Grazie!”). Tutti pezzi, questi ultimi, in cui ha finto di voler finire un concerto fiume concluso, invece, con l’immancabile “Cohiba“. In realtà, essendo l’ultimo del tour, non aveva alcuna voglia di finirlo. E, in ogni caso, già una voglia matta di ricominciare quanto prima («Arifamolo presto», ha concluso).
A parte che per le tante volte in cui vi si è esibito, alla Valle d’Aosta è legato per le volte in cui è vi venuto a sciare a Cervinia coi figli più grandi. «Mi piacerebbe avere un po’ più di tempo per approfondirne la conoscenza, immergendomi nei suoi panorami incredibili che fanno perdere la cognizione del tempo, che è una delle cose che mi piace di più quando viaggio. Dalle vostre parti è facile sentire che potresti essere ovunque e in qualsiasi tempo».
- Argento vivo
- Quali alibi
- Scrupoli
- Manifesto
- L’uomo col megafono
- L’uomo allo specchio
- Senza far rumore
- Ma che discorsi
- Precario è il mondo
- La mia casa
- Mi persi
- Banalità
- Occhi da orientale
- Le cose in comune
- Sempre di domenica
- Amore mio
- While the chiedren play
- Monetine
- L’amore non esiste
- Questo paese
- Le navi
- Tutti matti
- L’appello
- Colpa del fonico
- A bocca chiusa
- Cara
- La paranza
- Saliró
- Testardo
- Cohiba