fbpx
FOTOGRAFIA Medicina

L’anoressia delle “figure invisibili” nelle foto di SOPHIE-ANNE HERIN

1 Figure invisibili - foto di Sophie Anne Herin 121 Figure invisibili FB - foto di Sophie Anne Herin 4Il motto latino Quod me nutrit me destruit (Ciò che mi nutre mi distrugge)” fa bella mostra di sé tatuato sulla pancia di Angelina Jolie, ma, anche, sui corpi ben più emaciati di molte anoressiche. A ben vedere le due diverse facce di una stessa medaglia, perché l’ossessione per un modello di perfezione estetica dominante è, con il disturbo di percezione del proprio corpo e le difficoltà relazionali, alla base dei disturbi alimentari (anoressia e bulimia). Malattie, legate al benessere del mondo industrializzato, che stanno conoscendo un boom visto che attualmente in Italia ne soffrono 10 ragazze su 100 tra i 12 ed i 25 anni.

1 Figure Invisibili FB- Foto Sophie Anne Herin 2Quanto mai opportuna è, quindi, la conferenza “Vedersi brutti in adolescenza- Il corpo come metafora” che lunedì 10 dicembre, alle 20.30, l’Assessorato alla Sanità, salute e politiche sociali della Valle d’Aosta dedicherà loro, alla Cittadella dei Giovani di Aosta.

1 Herin 17Nell’occasione sarà presentata anche la mostra “Figure invisibili- Il corpo come metafora” della trentaquattrenne fotografa valdostana Sophie-Anne Herin che sarà visitabile alla Cittadella fino al 30 dicembre (orario al pubblico 8.30-12.30 14.30-18.30).

La sua locandina mostra un esile nudo femminile sul cui tronco è tatuato, appunto, “Quod me nutrit me destruit”, motto che sintetizza l’ambiguità che è alla basa dell’anoressia, in cui la persona nega a oltranza la fame, che controlla tenacemente, pur essendo disperatamente affamata. E non solo di cibo, ma, anche, di relazioni, affetti, emozioni. Un tunnel oscuro che le foto della Herin squarciano con il bagliore di dettagli significativi del corpo di tre ragazze, fissando una sofferenza che le parole non possono dire. Un vero e proprio “viaggio verticale” nella loro psiche, che, senza fermarsi ad una voyeuristica descrizione, trasforma la luce e l’ombra del bianco e nero in dolorosa carne e sangue, distillando simbolismi e lanciando interrogativi.

1 Herin 10

1 comment

  1. Nell’occasione sarà presentata anche la mostra “Figure invisibili- Il corpo come metafora” della trentaquattrenne fotografa valdostana Sophie-Anne Herin che sarà visitabile alla Cittadella fino al 30 dicembre (orario al pubblico 8.30-12.30 14.30-18.30).

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: