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Cantautori

Il talento “poliforme ed eclettico” di RAPHAEL GUALAZZI incanta Aosta

Gualazzi 1241058429_4267194266304086222_n.jpgIl 14 dicembre il cantautore Raphael Gualazzi è tornato in Valle. Per la prima volta in un comodo teatro, lo Splendor, e non in situazioni estreme come sono stati i 2300 metri del lago di Chamolé, a Pila, dove, nel luglio 2013, si esibì per Musicastelle Outdoor, o la rigida temperatura del Maserati Mountain Lounge, dove, nel dicembre 2016, aprì la stagione invernale di Courmayeur.Gualazzi ok DSCF0450.jpg«Amo la montagna e sono affascinato dai paesaggi e dalle condizioni estreme.ha confidato il trentaseienne cantautore marchigiano- Soprattutto quella di Pila è stata un’esperienza incredibile, in un’atmosfera magica e con tutto quel pubblico. Per il resto ad Aosta sono passato rapidamente solo una volta mentre stavo salendo in Francia.» Con la Francia Gualazzi ha un feeling particolare («c’è un apprezzamento per una cultura jazzistica e tutto quello che comprende che in Italia non c’è»). Non a caso è dal Flow di Parigi, un battello-bistrot sulla Senna, che il 13 ottobre ha preso il via il tour promozionale della versione internazionale dell’album “Love life peace”, che, oltre a tutte le canzoni del cd pubblicato nel 2016, contiene tracce live, brani da precedenti lavori e progetti paralleli (come “I wanna be like you” registrato per il progetto “Jazz loves Disney” per il quale, il 18 novembre, si è esibito alla Salle Pleyel di Parigi).Gualazzi ok DSCF0502.jpgE’ stato questo il canovaccio del concerto aostano della Saison Culturelle concluso da “Lady O” (in cui ha evocato la Valle cantando camminavo sulla pioggia sorseggiando un’anima di Genepì”) ed in cui ha ripercorso una carriera decollata nel 2011, con la vittoria, con “Follia d’amore”, nella categoria Giovani del Festival di Sanremo, e sviluppatasi attraverso album come Reality and Fantasy del 2011 ed “Happy Mistake” del 2013. Le stesse canzoni sono state un canovaccio per le improvvisazioni di una band strepitosa che, oltre a lui al piano, comprendeva Luigi Faggi (tromba, flicorno e tastiere), Gianluca Nanni (batteria), Anders Ulrich (contrabbasso) e Laurent Miqueu (strumenti a corda). «Durante i concerti tutto viene modificato e portato in altri mondi sonori.- aveva, del resto, annunciato- Se in studio la mia musica si deve mettere al servizio della canzone, dal vivo la canzone si mette al servizio della musica.»Faggi DSCF0494.jpgUna veste sonora che ha esaltato il talento musicale “poliforme ed eclettico” di Gualazzi,che negli anni lo ha portato a toccare diversi generi musicali (dal soul al funk, dal pop alla musica classica) con il fil rouge dello “stride piano” degli anni Venti e Trenta da cui è partito, quello che nell’immaginario cinematografico collettivo si associa agli strumentisti che in tanti western allietavano i saloon. «Credo sia importante avere una varietà nell’ascolto perché, avendo possibilità di scelta, si ha libertà di espressione in termini di gusto. Il mio approccio eclettico è legato anche al fatto che l’ascoltatore si deve divertire, perché in fondo il nostro lavoro è basato sull’intrattenimento. E’ questo il canale comunicativo principale della musica che rende tutto più avvicinabile e comprensibileGualazzi DSCF0429.jpgL’eclettismo lo ha portato a firmare la colonna sonora del film “Un ragazzo d’oro” di Pupi Avati, a preparare una versione jazz de “La Traviata” di Verdi (di cui ad Aosta ha eseguito il coro delle Zingarelle) e, addirittura, a doppiare il granchio gigante Tamatoa di “Oceania” della Walt Disney. Il 26 agosto, a Melpignano, è stato, poi, il maestro concertatore della Notte della Taranta, suonando per 4 ore e mezzo, davanti a 200.000 persone, suoi arrangiamenti di brani tradizionali salentini. «Esiste un vero e proprio blues italiano– conclude Gualazzi- che si ritrova nella tradizione musicale meridionale, dal Salento alla Sicilia, che emigrati italiani portarono negli Stati Uniti. Non a caso è stato il siciliano Nick La Rocca a incidere il primo disco di jazz. E il rapporto tra musica, ballo, tradizione, sofferenza e riscatto sociale sono temi che si trovano nel blues e nelle work song americane come nella pizzica salentinaGualazzi DSCF0514.jpg

SCALETTA

1) Lotta things

2) A three second breath (2011)

3) Love life peace

4) Reality and Fantasy (2011)

5) I wanna be like you

6) Senza ritegno (2013)

7) Disco Ball

8) Mondello beach

9) Un mare in luce (2013)

10) Run Joe

11) All alone

12) L’estate di John Wayne

13) Pinzipò

14) Tuesday (2011)

15) Let him live

16) Sai (ci basta un sogno) (2013)

17) Coro di zingarelle e Mtador

18) Sweet Sue Just you

19) This little girl of mine

20) Welcome to my hell (2013)

21) Lady O (2011)Raphael Gualazzi 053.jpg

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