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Cantautori

Ad Aosta ROCCO PAPALEO ricorda Tenco in “Forse non sarà domani”

1 Papaleo DSCF0035.jpgCreato lo scorso anno, in occasione del cinquantenario della morte, lo spettacolo “Forse non sarà domani” su Luigi Tenco è arrivato ad Aosta il 27 marzo, a pochi giorni dell’ottantesimo compleanno (il 21 marzo) del cantautore alessandrino. Al Teatro Splendor, per la Saison Culturelle, ne è stato il protagonista l’attore, regista, sceneggiatore e cantautore lucano Rocco Papaleo, che ha esordito accennando al pianoforte “…mi sono innamorato di Te…nco”. Uno “stupido calembour di quart’ordine”, come lo ha definito, che rende, però, l’idea della passione per Tenco, che in lui alberga da ben prima che il giornalista Stefano Valanzuolo gli proponesse lo spettacolo. «Mi è sembrata l’occasione per approfondirne la conoscenza.- ha spiegato prima dello spettacolo il cinquantanovenne artista- Anche perché di Tenco sono conosciute solo le hit, cosa che lo avrebbe certo infastidito. Ho, così scoperto che suonandole e cantandole le sue canzoni ti danno l’impressione di essere ancor più uniche, dei prototipi.»1 Papaleo DSCF0052.jpgEcco, quindi, che, accanto alle famose canzoni d’amore di Tenco (da “Mi sono innamorato di te” a “Se stasera sono qui”), Papaleo ha cantato anche quelle anticonformiste (“Ragazzo mio”, “Io sono uno”, Cara maestra” e “La ballata della moda”), che sono, poi, quelle che più sono migliorate negli arrangiamenti di Roberto Molinelli, resi al meglio da una band formata da Arturo Valiante (pianoforte), Guerino Rondolone (contrabbasso), Davide Savarese (batteria e percussioni) e Marco Sannini (tromba).1 Papaleo P1110508.jpgMuovendosi in una scenografia minimale (una scrivania con relativa poltrona), Papaleo ha alternato le canzoni a frammenti di interviste e lettere che hanno approfondito l’universo creativo di Tenco, ma, anche, il suo sguardo impietoso sul mondo musicale dell’epoca. Con qualche inserto sonoro, come, quello, al termine della conclusiva “Lontano lontano”, in cui la voce fuori campo di Mike Bongiorno, presentatore del Festival di Sanremo 1967, dopo aver accennato rapidamente la notizia del suicidio di Tenco (“diamo inizio alla seconda serata con una nota di mestizia per il triste evento che ha colpito un valoroso rappresentante del mondo della canzone”) riprende, come se nulla fosse successo, con un: “anche questa sera per presentare le canzoni è con me Renata Mauro”.1 PAPALEO DSCF0060.jpg

Per diradare la cappa di mestizia che, inevitabilmente, il ricordo di Tenco suscita, Papaleo ha interpretato come bis la sua divertente “La foca”, coinvolgendo il pubblico nel coretto e relativo buffo balletto. «Anche se sono conosciuto come attore e regista, la mia vera natura è cantautoriale.- aveva precisato prima dello spettacolo- Potrebbero sembrare mondi lontani, ma, in realtà, fanno parte dello stesso percorso. Infatti dico sempre che quando canto recito e quando recito canto.» Con alle spalle due album (“Che non si sappia in giro” del 1997 e “La mia parte imperfetta” del 2012), Papaleo da 25 anni fa dei tour con spettacoli di teatro-canzone (il più famoso è “Basilicata Coast to Coast” del 2009, da cui, nel 2010, ha tratto il primo dei tre film che ha diretto). Ne 2005 ha, tra l’altro,vinto il premio della critica al Festival teatro canzone Giorgio Gaber. «Per puntare al successo devi mediare tra il tuo punto di vista e quello di un possibile pubblico, e questo porta spesso al doversi calare le braghe, cosa che ho fatto molte volte in tanti film non miei. Quando, però sono autore e, soprattutto, nei miei spettacoli musicali nei club sono più libero. Anche per questo sono più affezionato alla mia storia di cantautore. Tra i miei modelli ci sono, naturalmente Gaber, il Proietti da “A me gli occhi please” in poi e, tra quelli della mia generazione, Paolo Rossi. Tutte persone che hanno usato la musica o si sono fatti usare dalla musica.»1 PAPALEO DSCF0070.jpg

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