
Si è fermato la mattina del 9 novembre il grande cuore di CLAUDIO POLLASTRELLI. Aveva 71 anni, e negli anni Sessanta era stata una delle voci più popolari dei Martedì Musicali del Circolo Ricreativo Aziendale della Cogne, l’evento spettacolare aostano più importante degli anni del boom economico.

Grazie al Maestro Berto Berti, aveva esordito sul palco del Palazzo di Corso Battaglione ad appena 14 anni, interpretando le canzoni di Modugno, Celentano o Rita Pavone che a casa provava e riprovava cantando sui 45 giri. Quel nome, Pollastrelli, non era, però, il massimo per un cantante di belle speranze, per cui il presentatore Mario Trevisan provvide a contrarlo in Pol. Il caratteristico urlo “ed ecco a voi Claudio Pooool…” divenne, così, familiare ai tanti spettatori di appuntamenti fissi come “La voce preferita” (una vetrina delle giovani promesse valdostane) o ”Piccolo Sanremo” (in cui, subito dopo il Festival, si rimettevano in gara le canzoni di Sanremo).
Gli piacevano i Beatles e i Rolling Stones, ma nelle gare era costretto a cantare canzoni come “Non son degno di te”, “In un fiore” e “Una casa in cima al mondo”. Il massimo dell’alternativo fu quando cantò la contestataria “Proposta” dei Giganti (“mettete dei fiori nei vostri cannoni…”) in quartetto con Enzo Romeo, Ezio Casali e Tonino Sofi.
La sua voce attirò l’attenzione dell’esperto Gino Romeo che lo chiamò a far parte dell’orchestrina con cui batteva i locali da ballo della Valle. Fu l’inizio di una ventennale militanza in storici gruppi da ballo valdostani: dagli Ergastolani ai GB 5, dai Les Aigles a Lino ed i Texani. Fu cantando con quest’ultimo, al Dancing La Capanna dello zio Tom di Valpelline, che conobbe la moglie Caterina Canale. Quando, nel 1976, si sposarono, nella cappella delle Suore di San Giuseppe risuonarono le note di “A Whiter shade of pale” suonate da un complessino formato da Paolo Baratta (batteria), Pucci Cammareri (tastiera) e Beppe Massaccesi (tromba).

Pollastrelli tentò pure, con scarsi risultati, di uscire dalla Valle, partecipando a vari concorsi, come, per esempio, le selezioni per il Festival di Castrocaro. <Il mio problema- confessò- è sempre stato che non ho mai avuto una voce mia: ogni volta che cantavo finivo per imitare la voce dell’interprete originale>. Una voce camaleontica, la sua, capace di spaziare dai pezzi di Deep Purple e Led Zeppelin ai Pooh ed Homo Sapiens, che erano suoi cavalli di battaglia. Una versatilità che ha continuato a sfoggiare nelle tante serate di piano bar che ha continuato a fare in Valle (da solo o in compagnia del tastierista Franco Dogliani) o in gruppi di revival o liscio come Anni Ruggenti e gli Edelweiss. I funerali si svolgeranno alle 14.30 dell’11 novembre alla Chiesa del Villair di Quart.
