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CD NEWS (40)- “MEDIOEVO DIGITALE” de L’ORAGE (2019)

L'ORAGE 4133092443924987904_o.jpgPresentato il 26 aprile all’Hiroshima Mon Amour di Torino,“Medioevo digitale”, il quinto cd de L’Orage, ha in copertina la foto di “Love Me Tinder”, opera dei Bounty Killart (un collettivo di quattro artisti piemontesi) che raffigura la scultura classica di un giovane con in mano un cellulare. Immagine che evoca la deriva della società occidentale che ha ispirato i temi di molte delle undici canzoni. A cominciare dalla title track, il cui testo scritto dal team leader Alberto Visconti con lo scrittore Enrico Remmert denuncia il degrado dell’ultimo ventennio: dallo spauracchio del Millenium Bug e la “Macelleria Messicana“ dei fatti del G8 di Genova, all’attuale “tzsunami di coglioni”, che, come prevedeva Umberto Eco, “sarebbero stati legioni”.

L'Orage - cover 5905_2454806665610919936_o.jpgParole amare, che caratterizzano anche “Canto d’addio”, “Mia libertà” e “Terra desolata”, sottolineate da un sound elettrico, cui, oltre alla coppia ritmica formata da Antonio Gigliotti e Luca Moccia ed alla chitarra di Visconti, contribuisce l’uso selvaggio che i fratelli Remy e Vincent Boniface fanno di strumenti tradizionali come violino, ghironda e bombarda.

Ma anche dove la musica si fa più dolce ed empatica, più in linea coi precedenti quattro album, i testi trattano di migranti (la bellissima “Il mare in mezzo(sul perché hanno il cellulare)” che affronta l’argomento puntando sui sentimenti, “perché il cuore ha un solo colore”), di distanze che si creano anche tra quelli che si amano (“Sylvie”) e di incubi più o meno riusciti (“mi domando chi diavolo ha versato quell’acido nel thé” in “Sette lune”).

La canzone più romantica dell’album, “Occhi Miei”, è, poi, un omaggio di Visconti al mondo delle mazurke clandestine frequentato dai Boniface, impreziosito dal flicorno di Nicolò Bottasso, che è tra gli ospiti dell’album con Roberto Bovolenta, Federica Formica, Francesco Giusta e Dj Grissino. C’è spazio anche per “Dedans un Jardin” (rilettura di un canto della valle di Cogne ritrovato dai Trouveur Valdotèn) e le strumentali “Batteria al Lidio” e “A Cell sereno”, in cui i fratelli Boniface si aprono al reggae, alle sonorità elettroniche ed al progressive.foto gialli.jpgProdotto da PhD, la pubblicazione dell’album è stata preceduta, il 29 marzo, dal video di “Canto d’addio”. «La scelta di questo pezzo è stata fatta per avvicinare il pubblico al sound più rock e ai testi più duri e dolorosi dell’album.- spiega Vincent Boniface- “Medioevo digitale” è figlio di un periodo in cui sembrava che il progetto potesse vacillare e della voglia di cantare il tempo presente con una nostra riflessione su anni complicati in cui ci sono tante cose da denunciare.» Ambientato nell’atmosfera tra il lunare ed il post atomico della centrale idroelettrica di Isollaz, situata nel comune di Challand-Saint-Victor, il video di Christian Tosi mette in scena il rogo che nel 1600 bruciò Giordano Bruno reo di eresia. «Nel pezzo– spiega l’autore Visconti- c’è la denuncia dell’atteggiamento di cadere dal pero con 20 anni di ritardo, dopo che scelte, dettate da cattiva fede o mancanza di volontà, ci stanno adesso sbattendo sui denti. Non a caso inizia con le parole “dicevamo tra noi delle piogge future, dicevamo che cadano pure”. Da qui il collegamento con Giordano Bruno che, per avere esposto tesi giuste basate sul ragionamento e l’osservazione, fu messo sul rogo.» Oltre al sound elettrico, al clima apocalittico di “Canto d’addio” contribuiscono anche gli inserti parlati: una dichiarazione polemica di Frank Zappa sul mondo discografico e la voce di Vittorio Gassman che recita un passo del XXIV° canto dell’Inferno di Dante che descrive la bolgia dei ladri: e cener tutto convenne che cascando divenisse; e poi che fu a terra sì distrutto, la polver si raccolse per sé stessa.”L'Orage 8_717345356173541376_o.jpg

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