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Teatro

Ad Aymavilles un esilarante GENE GNOCCHI alla ricerca del contatto con un Dio latitante

Con l’età le domande aumentano. Capita anche al sessantasettene Gene Gnocchi nel quasi monologo “Se non ci pensa Dio ci penso io” rappresentato il 17 novembre sul palco dell’Auditorium di Aymavilles per la Saison Culturelle.

Dopo che per anni ha protocollato in un ipotetico ufficio disastri e brutture, il comico fidentino cerca di avere delle risposte certe facendosi aiutare direttamente da un Dio dimostratosi sempre più latitante. Grazie ad un elettricista esperto in frequenze quantistiche cerca, quindi, di comunicare con il Signore attraverso una vecchia radio.

Solo che l’elettricista (Diego Cassani) se la cava meglio con la chitarra (“la stessa che Red Ronnie ha rubato a Jimi Hendrix”) che coi transistor. Il massimo che riesca a captare è quindi la voce di uno che si sente Dio come Zlatan Ibrahimovich. Rimane, così, insoluto il mistero delle contraddizioni di questo mondo all’incontrario italiano degli inizi del terzo millennio («ho capito che Dio non c’è, Dio ci fa»).

E pensare che in quest’Italia con troppi influencer, troppi virologi e troppi commissari («sembra ci sia 1 assassinato ogni 13,5 commissari») ed un possibile candidato all’alternanza con l’Altissimo («Dio, guarda che ora Draghi è libero, se per caso vuoi andare in pensione»), Gnocchi aveva trovato una sua strada grazie al talento di dare le brutte notizie («quando Berlusconi fu colpito da un souvenir a Milano, dovetti dirlo io a Veronica Lario che non si era fatto niente»).

A scanso di equivoci si adatta ai tempi con un paio di baffetti alla “fuhretto”, nel senso di Hitler, che ultimamente, racconta, gli stanno facendo riscuotere un crescente successo.

Con la stralunata comicità che lo caratterizza, Gnocchi ha coinvolto il numeroso pubblico dell’Auditorium, mescolando riflessioni tra il sarcastico e l’amaro a pezzi cantati con Cassani. «Solo pezzi tristi, però, perchè siamo il Duo Novembre».

Come nelle migliori tradizioni è seguito un abbozzo di dibattito finale, che Gnocchi ha lanciato con la domanda: «Ma che cazzo avrà mai voluto dirci Gnocchi con questo spettacolo?».

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